Luigino, chiamato Gino, è un pony nato nella primavera del 2009 con una grave malformazione agli arti anteriori.
La nostra Associazione interviene subito adottandolo per salvarlo dall’eutanasia, ritenendo ingiusto sopprimere quel simpatico puledrino che, nonostante la sua condizione, deambula con estrema facilità mostrando tanta voglia di vivere e crescere.
Nel primo anno di vita, le condizioni di Luigino sono stabili e sempre sotto attento controllo da parte nostra. Provvediamo alle vaccinazioni necessarie e a tutto ciò che gli serve. Di notte dorme in una comoda stalla con la sua mamma e di giorno bruca libero e felice nei campi. E’ molto curioso e affettuoso, e si precipita a salutare qualsiasi passante, anche per cercare di farsi donare qualche goloso bocconcino e un po’ di carezze. La sua simpatia gli fa conquistare l’amicizia e l’appoggio di tante persone, che costantemente ci aiutano con generosità ad affrontare il suo mantenimento.
Purtroppo però, nel 2010 le sue condizioni progressivamente peggiorano e i suoi zoccoli anteriori, tirati dal tendine flessore, sono ruotati nel grado di inclinazione raggiungendo la forma più acuta di piede rampino o contratto. Gino è costretto a camminare sulle punte degli zoccoli, un minimo dislivello del terreno gli fa perdere l’equilibrio portando il piede a piegarsi ulteriormente sotto il suo peso vacillante, fino a strisciare a terra con la corona. Per Gino torna la minaccia dell’eutanasia dopo che un primo veterinario esprime forti perplessità su una possibile soluzione che porti a un miglioramento di questa condizione. Ovviamente chiediamo immediatamente il parere ad un altro veterinario: il nostro adorato Luigino non deve assolutamente soffrire, ma per lui vogliamo tentare di tutto! Questo veterinario propone delle ampie suole da fissare sotto agli zoccoli anteriori con del robusto nastro adesivo per far sì che il piede sia obbligato ad avere un maggiore appoggio sul suolo proteggendo la punta. Malauguratamente, le forti sollecitazioni del peso e una deambulazione irregolare fanno sì che la tenuta del nastro adesivo si allenti col risultato di un nulla di fatto per questo tipo di protesi.
Decidiamo allora di ricoverare Gino presso una struttura che si occuperà di lui quotidianamente, garantendogli tutte le cure necessarie. Data la gravità del caso è fondamentale infatti affidare il nostro pony a persone esperte, che lo tengano sotto costante osservazione per verificare ogni minimo dettaglio e variazione della sua postura attuale.
Gino ha conquistato da subito i suoi nuovi amici, che, dopo averlo conosciuto e aver visto il suo carattere affabile e determinato, aver sentito il suo musino affusolato infilarsi nelle tasche alla ricerca delle carote di cui è ghiotto, si sono detti che non si può lasciare intentata anche una sola possibilità! Da subito viene quindi praticato un intervento di mascalcia per ridurre l’altezza dei talloni.
Ci spiegano che la linea guida per la correzione di questo difetto è proteggere la punta dello zoccolo dall’erosione per l’appoggio anomalo, cosa che potrebbe arrivare a compromettere la terza falange all’interno del piede. Occorre inoltre mantenere i talloni bassi per quanto possibile per riportare l’inclinazione dello zoccolo nel corretto asse e stimolare la crescita dell’unghia per poterla rimodellare con pareggi progressivi e ravvicinati fino a raggiungere nel tempo quella che dovrebbe essere l’inclinazione normale.
Per la crescita delle unghie si inizia l’integrazione alimentare di biotina.
La foto qui di fianco mostra chiaramente la gravità della situazione di Gino al suo arrivo. Il suo appoggio degli arti anteriori è totalmente sulle punte che oltretutto volgono verso l’esterno, le articolazioni sono vistosamente ingrossate in modo anomalo e anche gli stinchi sono aperti all’esterno. Nelle gambe posteriori il difetto è meno acuto ma è già ben visibile e può peggiorare rapidamente senza un’opportuna correzione.
Successivamente, dopo un lungo e paziente lavoro (è particolarmente difficile operare su zoccoli minuscoli) sono stati applicati dei ferri agli zoccoli anteriori con solo 4 chiodi. I ferri in punta sporgono volutamente di circa cm 1,5 per forzare lo stacco dal suolo e l’appoggio verso l’indietro, obbligando il tendine a lavorare allungandosi. Questo spazio vuoto tra ferro e zoccolo è stato colmato con abbondante stucco per aumentare la tenuta del ferro stesso sottoposto a forti sollecitazioni di appoggio, per proteggere la punta favorendone la ricrescita e per evitare l’inserimento di impurità del suolo (terra, sassi, fondo della lettiera).
Gino è stato bravissimo e si è lasciato fare con pazienza; sembra che sia consapevole della sua situazione e dell’impegno che tutti stiamo mettendo per cercare di dargli un futuro. Da non dimenticare che in fondo è solo un puledrino di un anno e mezzo! Ora si deve abituare a comminare con le sue nuove “scarpe”. Sul pavimento in cemento liscio della scuderia i ferri lo portano a scivolare, per questo bisogna farlo muovere lentamente, sorreggendo le sue perdite di equilibrio per la capezza.
Invece sul fondo morbido del maneggio e nel suo box l’appoggio dei piedi è subito migliorato e sono più rari i momenti in cui ruota in avanti finendo a strisciare sulle corone.
Il box di Gino è ritagliato in un angolo di maneggio col frontale a grate così è possibile osservarlo frequentemente anche da lontano, senza interferire col suo normale comportamento.
Osservandolo attentamente si è, inoltre, rilevato che Gino, quando cammina, non flette mai gli arti anteriori. Sposta rigidamente le gambe lanciandole in avanti dritte e gravando tutto il suo peso esclusivamente sulla punta dei piedi. Anche quando si corica per riposare tiene insolitamente le gambe tese in avanti dritte. Inoltre Gino, pur sorreggendolo alla spalla, non ha la capacità di ridistribuire il suo equilibrio e non carica il posteriore e, dopo pochissimi secondi con un arto alzato, si lascia ricadere praticamente solo in avanti. Così si inizia la cura di 7 iniezioni di Adequan nei 28 giorni per migliorare l’elasticità delle giunture.
Gli amici di Gino contemporaneamente iniziano anche a fargli fare ginnastica quotidianamente: alzano la gamba e la guidano sia in avanti che all’indietro facendo ruotare delicatamente e senza forzare le articolazioni di ogni giuntura, simulando in pratica quelli che dovrebbero essere i normali movimenti degli arti. E’ come sbloccare un ingranaggio arrugginito dove il farmaco ha la funzione dell’olio e la fisioterapia lavora per ottenere un progressivo avanzamento degli scatti.
Dopo poco tempo dalla cura, Gino cammina piegando le “ginocchia”! E’ un movimento ancora rigido e goffo ma è un primo successo. L’appoggio dei piedi resta invece stazionario e tuttora rivolto all’esterno (gambe a X), soprattutto dalla parte destra. Adesso, anche quando si sdraia, non tiene più le gambe sempre tese, a volte le piega e proprio l’anteriore destro. Gino viene sorpreso, in più di un’occasione, con l’appiombo “dritto” per quanto la sua struttura ossea lo possa permettere.
Si inizia anche con la ginnastica agli arti posteriori. Qui Gino è meno disponibile e collaborativo: forse prova fastidio vista la rigidità e conformazione dei garretti.
Le cure continuano e i suoi zoccoli sono molto cresciuti, così da permettere al maniscalco di poterli regolare quasi quotidianamente, con lo scopo di fare assumere nel tempo a Luigino una postura il più possibile normale.
Nel corso degli anni – ne sono passati ben 10! – Luigino ha sempre lottato anche nei momenti difficili che inevitabilmente la sua compromessa condizione gli ha riservato.
Siamo certi che la sua grinta, la sua intelligenza e tenacia, unite agli sforzi che stiamo facendo grazie soprattutto a chi se ne sta occupando in maniera eccellente, trionferanno su un destino a cui nessuno si rassegna.
Lo vedete infatti felice mangiare la sua adorata erba in un bellissimo prato, godendosi allegramente le belle giornate di sole.
D’inverno, invece, nonostante il freddo, si diverte a “mangiucchiare” la neve.
Quando andiamo a trovarlo ci riempie di morsi dalla gioia, almeno così vogliamo credere!
Che avesse un caratterino “tosto” lo si era capito fin dai primi giorni di vita ma noi lo adoriamo così tanto da lasciarlo giocare con le nostre gambe e braccia.