S.O.S. Animali
Adottare un gatto: una scelta responsabile e consapevole
Quando si decide di accogliere a casa propria un gatto è importante sapere che oltre a essere una gioia immensa e un’esperienza unica, è anche un grande impegno.
Come tutti i membri della famiglia, si deve essere consapevoli che un gatto ha le proprie esigenze e i propri bisogni: dormire, mangiare, bere, fare i bisogni, giocare, essere coccolato, ricevere compagnia, essere curato.
Tutto ciò richiede risorse in termini di tempo e di denaro.
Se non si è disposti a prendersi questo impegno, sconsigliamo l’adozione.
Abbiamo predisposto un modulo di preaffido (CLICCA QUI) dove chiediamo ai futuri adottanti di fornirci tutta una serie di informazioni per permetterci di valutare al meglio la fattibilità dell’adozione.
Se sei interessato a un’adozione, ti invitiamo a leggere attentamente il modulo e a rispedircelo compilato, dopo aver preso contatti con la volontaria di riferimento.
Grazie!
Introdurre un nuovo gatto in casa
Introdurre un nuovo gatto
di Torcila Notari (medico veterinario comportamentalista)
Una cosa molto importante da fare non appena si introduce un nuovo gatto in una casa dove c’è già un micio residente è introdurre gradualmente il nuovo (o la nuova) venuto (a).
L ideale sarebbe, prima di far incontrare direttamente i gatti, abituarli al rispettivo odore mettendo il gatto appena arrivato in una stanza che non sia il luogo di riposo preferito del gatto di casa (idealmente dovrebbe essere il luogo meno interessante per il gatto residente) e cominciare a scambiare gli oggetti che sono stati a contatto con i rispettivi gatti. Quando un gatto viene messo in contatto con un oggetto dell’altro gatto bisogna che si trovi in una situazione piacevole, come mangiare del cibo prelibato, essere carezzato, giocare con il padrone. Questo a seconda delle preferenze particolari del gatto stesso. In questo modo assocerà a qualcosa di piacevole l’odore dell’altro gatto.
Dopo aver fatto questa prima introduzione indiretta sarà opportuno cominciare gradualmente a permettere al nuovo gatto di far capolino dalla sua stanza, attraverso uno spiraglio nella porta che non consenta a lui di uscire né all’altro di entrare. Se i gatti, dopo qualche soffiata iniziale cominciano ad annusarsi e sembrare rilassati, si potrà allargare lo spiraglio nella porta.
Quando poi i gatti verranno messi in condizione di vedersi, dovranno essere in una situazione piacevole (mentre mangiano, per esempio) e ad entrambi deve essere data la possibilità di allontanarsi, se lo desiderano. NESSUNA FORZATURA per farli avvicinare deve essere messa in atto e il padrone dovrebbe restare il più neutrale possibile e non interagire con nessuno dei due gatti.
Queste operazioni andrebbero fatte nell’arco di qualche giorno, in modo che il gatto si abitui all’odore del nuovo venuto e viceversa.
Se i due gatti si sono già visti ed hanno già avuto degli scontri, non tutto è perduto. Ricominciare con una graduale introduzione come descritto, confinando i gatti a turno e separatamente nei loro luoghi preferiti che idealmente dovrebbero essere in due stanze diverse. Ognuno di questi luoghi deve contenere cibo, giochi e una cassettina igienica (CIBO LONTANO DALLA CASSETTINA) Quando un gatto è rinchiuso l’altro deve poter avere libero accesso alla casa.
Per aumentare la familiarità tra i due gatti si può prelevare con un panno di flanella pulito un poco di “feromone dell’amicizia” dalle guance di un gatto e porre poi lo stesso panno vicino all’altro gatto mentre questi è in una condizione piacevole e serena ( mentre mangia o mentre viene coccolato dal padrone ). Il prelievo va fatto strofinando il panno sulla guancia del gatto proprio nel punto che il gatto strofina contro le nostre gambe o contro gli oggetti di casa. Ovviamente anche questo particolare prelievo va fatto mentre il micio è rilassato, non mentre è agitato o spaventato (si rischierebbe di prelevare ferormoni di allarme e peggiorare la situazione ).
Il passo seguente sarà nutrire i gatti in un luogo dove possano vedersi mentre mangiano ma allo stesso tempo non siano troppo vicini e abbiano entrambi la possibilità di allontanarsi se lo desiderano.
È importante che il luogo preferito di riposo del gatto residente sia protetto dall’invasione del nuovo micio finché i due gatti non “cessino le ostilità”. In questo modo si eviterà che il gatto si allontani di casa perché non si sente sicuro. Questo significa che se il gatto residente amava dormire sul letto del padrone il nuovo gatto non dovrà assolutamente avere la possibilità di occupare quella stanza.
Altro importante intervento è aumentare le risorse disponibili in termini di spazio, cibo e luoghi per sporcare. Il che significa assicurarsi che ci siano il più grande numero possibile di luoghi alti dove il gatto possa mettersi a controllare quel che succede (mensole, armadi, ecc. ) aggiungere diverse ciotole di cibo secco che dovranno restare sempre a disposizione, mettere a disposizione dei gatti 3 lettiere ( una per gatto più una ).
Il padrone deve intervenire il meno possibile tra i due gatti e consentire loro di trovare da soli un equilibrio. Potrebbero non arrivare mai a diventare amici, ma l’importante è che non lottino e che nessuno dei due si senta tanto insicuro in presenza dell’altro da dover abbandonare il territorio, cioè andarsene definitivamente di casa.
DIARIO E NOTE (prendere nota delle misure messe in atto giorno per giorno e delle reazioni conseguenti dei due soggetti che si vuole far socializzare )
Maltrattamento Animali
Gli animali sono vittime di quotidiane violenze, protagonisti di avvelenamenti, tagliole e percosse, coinvolti anche in dispute tra vicini di casa.
Il maltrattamento è anche organizzato, nei canili lager, strutture sovraffollate e fatiscenti nelle quali gli animali rimangono per tutta la vita oppure dalla criminalità organizzata con le corse e le lotte tra animali.
Ma di maltrattamento si può anche parlare in caso di trascuratezza e indifferenza, quando il cane viene tenuto alla catena, relegato sul balcone, solo e dimenticato a guardia di un fondo o di un terreno, esposto alle intemperie e al sole, o rinchiuso in un recinto angusto, tenuto in pessime condizioni igieniche, malnutrito e picchiato. Il maltrattamento del gatto trascurato, costretto su un terrazzo o chiuso in una stanza, o dei cuccioli o dei cani malati, utilizzati per suscitare la pietà dei passanti e ricevere qualche moneta.
Elementi quali:
- catena cortissima e tale che impedisca il movimento
- assenza di cuccia o riparo dalle intemperie
- cattive condizioni fisiche
- segni evidenti di sofferenza
- non regolarità nella somministrazione del cibo
- assenza di acqua
possono configurare un maltrattamento ai sensi degli artt. 544-ter e/o 727 del codice penale. Anche le leggi regionali e i regolamenti comunali, se presenti, possono essere d’aiuto per dimostrare il reato, dando indicazioni sulla lunghezza della catena e sul tempo di permanenza, misure di box e recinti, tempo di esposizioni sui balconi, divieto di accattonaggio.
Si potrà quindi segnalare alle autorità competenti, corpi di Polizia Nazionale e Polizia Locale, la contravvenzione di tali norme, attraverso una denuncia scritta oppure rivolgersi alle Associazioni animali
Hai smarrito il tuo cane o il tuo gatto? Ecco cosa fare
1. Le prime mosse
- Fare mente locale per cercare di stabilire data, ora, luogo e modalità dello smarrimento.
- Iniziare subito le ricerche nella zona dove supponete si possa trovare l’animale. Una tecnica molto efficace è quella della ricerca di gruppo che permette di perlustrare in breve tempo una vasta aerea.
- Chiedere informazioni sul vostro animale ai passanti o alle persone che incrociate.
- Chiamare il vostro animale per nome o nel modo consueto in modo che possa riconoscere il padrone e tornare anche se è spaesato.
- Tornare a casa. Il vostro animale potrebbe aspettarvi dietro la porta impaurito, oppure può essere recuperato da chi lo conosce e lo riporta a casa.
2. Le mosse successive
Se le prime mosse non hanno prodotto i risultati sperati, e ancora il vostro animale non torna a casa, passate alla fase successiva e cominciate a cercarlo più seriamente:
- Denunciare lo smarrimento del cane alle autorità competenti (ASL e Polizia Locale) con atto scritto, comunicando il n. di tatuaggio o di microchip, se si tratta di un gatto allegate anche la foto
- Comunicare all’Ufficio Tutela Animali del Comune – se esistente – lo smarrimento dello stesso, infatti c’è un’alta probabilità che chi trova l’animale lo notifichi all’Ufficio per avere disposizioni.
- Compilare dei volantini con la foto dell’animale ed esporli nel luogo della scomparsa.
- Chiedere la pubblicazione di un annuncio sul giornale locale.
- Chiedere la pubblicazione di un annuncio sui siti web delle Associazioni animaliste della zona
- Avvertire della scomparsa dell’animale le pensioni canine, ambulatori veterinari e canili privati.
3. Cosa fare durante l’attesa
Dopo aver seguito tutti i passaggi fondamentali di cui sopra dovete continuare la ricerca del vostro cane quotidianamente.
- Organizzare la ricerca dell’animale nella zona in cui si è perso e presso gli ambulatori veterinari di zona: il vostro animale potrebbe essere stato visitato
- Controllare ogni giorno i siti che raccolgono e inseriscono gli annunci di smarrimenti, ritrovamenti e adozioni
- Cercare il vostro animale al canile municipale della vostra città, o se vivete in provincia e la vostra zona non è attrezzata con un canile, rivolgetevi al canile municipale del capoluogo di provincia più vicino; la legge obbliga i comuni italiani ad avere un canile, anche con convenzioni con un canile a qualche centinaio di chilometri.
- Cercare l’animale anche nei canili privati più vicini, anche fuori zona, perché sia i cani che i gatti sono capaci di percorrere diversi chilometri in pochi giorni.
La ricerca nei canile è fondamentale e deve essere fatta ogni settimana di persona, perché telefonare, mandare un volantino via fax o via e-mail si è rivelato troppo spesso inefficace
4. E una volta che vi siete ritrovati?
- Andate subito dal veterinario per un controllo.
- Registrate il vostro animale presso ASL/Anagrafe Canina se non registrato.
- Rinfrescate i tatuaggi, fate applicare un microchip all’animale e mettete al vostro cane un collare con targhetta che riporta nome e numero di telefono.
- Ricordatevi di comunicare il ritrovamento a tutti gli enti e le persone coinvolte, nonché siti web e giornali locali cui avete chiesto la pubblicazione dell’annuncio di smarrimento.
- Rimuovete tutti i volantini e informatevi sugli eventuali danni da risarcire arrecati dal vostro animale smarrito.
Hai trovato un cane o un gatto? Ecco cosa fare
1. Le prime mosse:
Avere a che fare con un cane o un gatto spaventato e smarrito non è sempre facile; quindi agite con la massima prudenza e cercate di avvicinarvi all’animale solo se non dà segni di aggressività. In caso contrario chiamate subito l’autorità competente (Polizia Locale della zona o Asl servizio veterinario emergenze tel. 0332 277111) che provvederà al recupero dell’animale per evitare spiacevoli inconvenienti.
Per la provincia di Varese i canili sanitari sono due: il canile di Cittiglio – c/o Allevamento OROVAL – via per Mombello 44/a – Cittiglio tel. 0332.626190 per la parte nord della provincia e il canile comunale di Gallarate – via degli Aceri 15 – Gallarate tel. 0331.260663 per la zona sud; a struttura satura (ossia quando tutte le gabbie a disposizione del canile sanitario di Gallarate sono occupate) i cani accalappiati nella zona sud della provincia possono essere inviati presso il canile privato Dog’s Ground via Giusti 80 – Somma Lombardo – tel. 0331.259788 o al canile privato Allevamento del Bozzente di Biscella – via Don Gnocchi – Gerenzano – tel. 02.9689824.
Per quanto riguarda i canili convenzionati ricordiamo che le convenzioni tra comune di riferimento e canile possono periodicamente variare pertanto è buona norma telefonare sempre alla Polizia Locale e chiedere qual è il canile convenzionato; trovi qui gli indirizzi e i recapiti dei canili della provincia: http://www.lav.it/sedi/varese/adozioni_canili_e_gattili
- Chiamare aiuto senza urlare e senza agitarvi per non impaurire ulteriormente l’animale.
- Cercate di controllare gli spostamenti dell’animale.
- Se vi avvicinate, fatelo in modo tranquillo, senza gesti affrettati ma neanche troppo lentamente (potrebbe pensare che gli state tendendo un agguato), e cercate di avere a portata di mano del cibo per animali, un collare o anche solo un guinzaglio o un trasportino.
- Verificare, incolumità vostra permettendo, se il cane possiede un collare con una medaglietta oppure se è tatuato nell’orecchio o all’interno della coscia.
- Se l’animale è ferito chiamate i Vigili Urbani e/o il Centro Soccorso Animali o il vostro Veterinario e non improvvisatevi dottori, piuttosto, cercate di rassicurarlo.
- Accertarsi che l’animale non sia di qualche abitante residente in zona per non rischiare di chiamare organi competenti inutilmente.
2. Le mosse successive:
Se l’animale non risulta di nessuno in zona,
- Contattate le autorità competenti, che vi metteranno direttamente in contatto con l’accalappiacani che porterà l’animale nel canile sanitario di competenza, in attesa di ritrovare il legittimo proprietario o di essere adottato da un’altra famiglia sensibile al suo destino.
- Compilare dei volantini con la foto dell’animale ed esporli nel luogo del ritrovamento, indicando il canile in cui è stato portato.
- Informare la Associazioni animaliste della zona, così che possano pubblicare un messaggio sul loro sito web.
3. Se avete rintracciato i proprietari?
- Una volta rintracciati i proprietari assicuratevi che siano proprio loro.
- Accertarsi che l’animale non sia oggetto di maltrattamenti, e quindi sia fuggito per sottrarsene.
- Fare un piccolo test di controllo a chi rivendica la proprietà dell’animale, sulle caratteristiche morfologiche dell’animale sono domande specifiche inerenti particolari morfologici dell’animale ritrovato, ad esempio il colore dei padiglioni delle orecchie, il colore degli occhi o dei polpastrelli delle zampe.
- Richiedere l’esibizione del libretto sanitario (rilasciato ad ogni animale in occasione della prima vaccinazione regolarmente effettuata da un veterinario accreditato)
- Se non avete la certezza assoluta fissate un incontro di “riconoscimento” tra il veterinario di fiducia vostro e dei presunti proprietari.
Tenere animali in condominio? Si può, ecco perché
Chi convive con degli animali e abita in un condominio spesso deve affrontare il problema dei regolamenti condominiali che vietano la presenza di animali.
Fortunatamente, i condomini che amano gli animali hanno dalla loro parte molte sentenze, che, affrontando questo spinoso tema, negano al regolamento condominiale la possibilità di imporre validamente tale divieto.
A chiare lettere si legge che nessun regolamento condominiale o assemblea condominiale (se non all’unanimità) può limitare il diritto di proprietà dei condomini e quindi impedire in alcun modo di tenere animali nel proprio appartamento.
Ciò vale anche per l’utilizzo delle parti comuni, quali l’ascensore o il giardino condominiale. Ovvio che, nei casi in cui si frequentino queste zone con i propri animali, si debbano rispettare la salute e l’igiene degli altri condomini, preoccupandosi quindi di garantire sempre e comunque la pulizia dei luoghi frequentati.
Anche l’abbaiare del cane in condominio, di cui spesso si lamentano i vicini, non può costituire un valido motivo per allontanare l’animale. Infatti la legge stabilisce che non si possano impedire le immissioni sonore (quali l’abbaiare del cane) se non superano la normale tollerabilità.
La legge stabilisce, pertanto, il parametro della normale tollerabilità quale limite oltre il quale si riconosce al vicino il diritto di impedire le immissioni moleste. Tale limite deve essere valutato dal giudice, caso per caso, tenuto conto della rumorosità di fondo della zona e delle abitudini del vicinato.
Infine un fondamentale suggerimento: se state decidendo di andare ad abitare in condominio, prestate molta attenzione al contratto che state per sottoscrivere e, in particolare, che esso non contenga una clausola che vieti, ai sensi del regolamento approvato dall’assemblea condominiale, di tenere animali in condominio. Infatti solo in questo caso sarete contrattualmente obbligati a non tenere animali nel vostro appartamento.
Vacanze con cani e gatti
Per partire con l’amico di zampa occorre preparare il necessario per tempo. Il Ministero della Salute consiglia di organizzarsi almeno 2 mesi prima in modo tale da poter adempiere agli obblighi previsti dalla regolamentazione sanitaria e procedere alle eventuali vaccinazioni.
Quando ci si sposta in una differente regione o nazione occorre tenere presente i regolamenti delle varie compagnie aeree, marittime e ferroviarie e rivolgersi al Consolato delle Nazioni in cui si vuole passare il periodo di villeggiatura per avere ragguagli sugli obblighi sanitari richiesti.
Per tutte le informazioni relative ai trasporti, che variano a seconda del mezzo utilizzato, ma anche per indicazione su passaporti, vaccinazioni e destinazioni di viaggio, si può visitare la pagina del sito del Ministero della Salute che spiega le principali regole.
Se si viaggia in auto, sono d’obbligo alcune accortezze per non stressare troppo l’amico di zampa.
Per esempio è bene tenere parzialmente aperto il finestrino per fare circolare l’aria fresca, guidare dolcemente e, nei tragitti lunghi, fermarsi regolarmente per consentire al nostro amico di zampa di fare una passeggiata e di bere un po’ d’acqua. Esistono diversi punti di ristoro che lungo le autostrade accolgono senza problemi gli animali da compagnia.
Per scegliere la destinazione del viaggio, poi, si può consultare il sito www.vacanzebestiali.org, il portale dell’ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali – che offre soluzioni per felici vacanze a 4 zampe. Inoltre, sono disponibili diverse guide che indicano, regione per regione, tutti gli alberghi, i bed&breakfast, i campeggi, gli agriturismi, gli hotel e le spiagge in cui Fido o Felix saranno accolti con piacere. Un esempio è il volume “Turisti a 4 zampe” che raccoglie cinquemila strutture divise per regione e relativi servizi offerti a tutti gli amici dei pets. Per saperne di più visitare il sito www.turistia4zampe.it
Le colonie feline
I gatti che vivono in stato di libertà sono tutelati dalla Legge della Regione Lombardia n. 33 del 2009 e successive modifiche:
Art. 111 (Protezione dei gatti)
1. I gatti che vivono in stato di libertà sono protetti ed è vietato maltrattarli o allontanarli dal loro habitat. Se il comune, d’intesa con l’ASL competente, accerta che l’allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea collocazione, nel rispetto delle norme igieniche. S’intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione di territorio nel quale viva stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal fatto che sia o meno accudita.
2. Per favorire i controlli sulla popolazione felina, l’ASL, d’intesa con i comuni e con la collaborazione delle associazioni di cui all’articolo 120, provvede a censire le zone in cui esistono colonie feline.
3. I privati e le associazioni di cui all’articolo 120 possono, previo accordo di collaborazione con il comune e d’intesa con l’ASL, gestire le colonie feline, per la tutela della salute e la salvaguardia delle condizioni di vita dei gatti.
4. La cattura dei gatti che vivono in stato di libertà è consentita solo per la sterilizzazione, per le cure sanitarie o per l’allontanamento di cui al comma 1 ed è effettuata dal dipartimento di prevenzione veterinario e dai soggetti di cui al comma 3.
5. I gatti sterilizzati, identificati con apposito contrassegno o tatuaggio al padiglione auricolare, sono reimmessi nel loro habitat originario o in un habitat idoneo.
6. La soppressione dei gatti che vivono in stato di libertà può avvenire solo alle condizioni e con le modalità di cui all’articolo 113.
1) Denunciare la presenza della colonia
La legge afferma dunque chiaramente che le colonie feline (indipendentemente dal numero, dal sesso e dall’età degli esemplari e dal fatto che sia accudita o meno) sono protette e nessuno ha il diritto di allontanarle dal luogo in cui dimorano. Se la colonia è accudita, colui (o coloro) che l’accudisce deve darne comunicazione per iscritto al sindaco e recarsi presso l’ufficio del protocollo del comune in cui ha sede la colonia felina, avendo cura di farsi rilasciare una copia con timbro del protocollo stesso che invierete quanto prima al Servizio D dell’ASL Veterinaria di Varese al n. fax 0332/277319. In questo modo sia il Sindaco sia la ASL Veterinaria (Servizio D) sono a conoscenza del fatto che in quel luogo si trova una colonia.
2) Trasferimento della colonia per perdita dell’habitat
Capita spesso che le colonie feline si formino in presenza di stabili abbandonati o in aree dove la loro incolumità è messa a repentaglio quasi quotidianamente. Pensate alle colonie feline che si creano nelle aree industriali ove il passaggio di mezzi pesanti è un pericolo costante; ma si possono trovare mille altre situazioni analoghe.
A quel punto, dopo aver denunciato la colonia così come spiegato al punto 1), subentra il comma 1 del suddetto art.111 il quale dice testualmente “Se il comune, d’intesa con l’ASL competente, accerta che l’allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea collocazione, nel rispetto delle norme igieniche”.
Di conseguenza colui che accudisce la colonia deve avvisare immediatamente il sindaco e la ASL Veterinaria di Varese (0332/277320) chiedendo il trasferimento della colonia. A quel punto dopo l’accertamento della Polizia Locale, il Comune d’intesa con la ASL, individua la nuova sede e con l’ausilio delle associazioni di volontariato trasferisce gli animali.
3) Tutela della colonia per rischi avvelenamento
Anche in questo caso vale grossomodo quanto detto nel punto precedente. Capita spesso che i felini dimorino in giardini condominiali ove qualche condomino, mal sopportando la loro presenza, predisponga dei bocconi avvelenati. Chi mal sopporta gli animali non ne fa mai mistero e anzi è propenso a scagliarsi contro i condomini più tolleranti con minacce del tipo: “se questi gatti rimangono ancora qui li faccio sparire io” o “ma se ti piacciono tanto perché non te li porti a casa tua?” o ancora “prima o poi li faccio sparire perché puzzano e sporcano” etc.
A questo punto, visto che l’uccisione di animali è un delitto a tutti gli effetti (art. 544bis del Codice Penale) la minaccia di morte verso un animale è paragonabile alla minaccia di morte contro la persona, è consigliabile recarsi dai Carabinieri con un testimone e presentare un esposto (ufficio protocollo del Comune) destinato al sindaco e alla Polizia Locale (in cui si citi appunto l’art. 544bis del Codice Penale: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”).
Poiché i gatti randagi sono tutelati dal sindaco (art.111 comma 1 L.R. n.33 del 30 Dicembre 2009 o legge 281/91 commi 7 e 9) quindi il Sindaco deve essere reso edotto che i “suoi” animali sono stati oggetto di minaccia. E poi depositate copia dell’esposto nella cassetta delle lettere di colui che li minacciava … del resto, se costui crede che i gatti siano portatori di sporcizia e cattivi odori … si deve rivolgere al sindaco in quanto massima autorità sanitaria locale e, se i gatti effettivamente sono portatori di nocumento, è compito del sindaco trovare una sede alternativa. Ma l’avvelenamento è un illecito penale e la Polizia Giudiziaria (Carabinieri o Polizia Locale) ha l’obbligo di intervenire.
4) Sterilizzazione dei gatti randagi (colonie feline) e soccorso degli esemplari feriti
L’obbligo di sterilizzare e soccorrere i randagi spetta alla ASL Veterinaria. Lo dice chiaramente l’Art. 112 commi 1c e 1f:
Art. 112 (Interventi sanitari)
1. Il dipartimento di prevenzione veterinario assicura:
a) il controllo sanitario temporaneo dei cani e dei gatti durante il periodo di osservazione di cui all’articolo 86 del d.p.r. 320/1954 o che si rende necessario per comprovate esigenze sanitarie;
b) gli interventi di profilassi, diagnosi, terapia e controllo demografico previsti dalla normativa vigente o ritenuti necessari sugli animali ricoverati, nel periodo di controllo sanitario temporaneo di cui alla lettera a);
c) gli interventi di pronto soccorso atti alla stabilizzazione di cani vaganti o gatti che vivono in libertà, ritrovati feriti o gravemente malati;
d) l’identificazione, la ricerca e la restituzione al proprietario dei cani raccolti;
e) la sterilizzazione dei gatti che vivono in libertà e la degenza post-operatoria;
f) la sterilizzazione dei cani ricoverati e la degenza post-operatoria, eseguita al fine del controllo delle nascite e dei comportamenti indesiderati, che deve essere effettuata previa autorizzazione del responsabile sanitario della struttura, nelle veci del proprietario.
2. Gli interventi sanitari di cui al comma 1 devono essere eseguiti in adeguate strutture, individuate dal dipartimento di prevenzione veterinario, anche presso i rifugi di cui all’articolo 114.
Per la sterilizzare la colonia è dunque necessario averla denunciata così come indicato nel pto1 e poi contattare il dipartimento ASL Veterinario allo 0332/277111. La ASL potrebbe anche chiedere, giustamente, alla Polizia Locale di accertare la presenza della colonia, onde evitare che qualcuno possa furbescamente approfittarne per sterilizzare i propri gatti. Per la cattura dei gatti possono intervenire le associazioni animaliste.
Dopo la sterilizzazione presso gli ambulatori convenzionati, il gatto deve essere liberato e reintrodotto nella colonia di appartenenza.
Così come stabilito dall’Art. 111 comma 1c, la ASL Veterinaria di Varese deve essere contattato immediatamente anche quando rinvenite un animale ferito. Il numero di telefono 0332/277111 è infatti disponibile 24h su 24h e verrete messi in contatto con il veterinario reperibile.
5) Vigilanza delle colonie feline
Il maltrattamento e l’uccisione di animali costituisce un illecito penale. Di conseguenza la tutela delle colonie feline spetta a tutti gli organi di Polizia Giudiziaria (Polizia, Carabinieri, GdF, Forestale, Polizia Locale, guardie zoofile che svolgono attività di PG).
La legge regionale individua nella Polizia Locale l’organo di PG a cui spetta, in via prioritaria, la vigilanza delle colonie feline. Non che gli altri non possano intervenire, ma visto che ogni comune possiede la sua Polizia Locale è inutile far spostare tutti gli altri. L’art 108 comma c della legge regionale n.33 del 30 dicembre 2009 al comma 1C dice infatti:
Art. 108 (Competenze degli enti locali e del sindaco, quale autorità sanitaria locale)
1. Ai comuni, singoli o associati, e alle comunità montane competono:
c) l’attività di vigilanza, di prevenzione ed accertamento, effettuata dal corpo di polizia locale, delle infrazioni previste dal presente capo (Capo II Norme relative alla tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo.
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